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Santuario di Poggio Bustone. In questo santuario Francesco ha iniziato la sua avventura comunitaria

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Il luogo dove sorge il santuario era di proprietà benedettina, poi donato nel 1217 a san Francesco. Vagando in questa zona con i suoi, Francesco saluta: Buon giorno, buona gente! 

Sia la chiesa che il convento sono intitolati a san Giacomo Maggiore, apostolo e patrono dei pellegrini. 

Visitando questo luogo non si troveranno importanti tesori d’arte come in altri conventi, ma quello che stupisce è la semplicità e l’umiltà della struttura, del chiostro, in perfetta coerenza con il messaggio francescano. 

Percorrendo un sentiero, dal convento si giunge alla Grotta della Rivelazione, dove Francesco abitualmente si raccoglieva in preghiera ed ebbe la visione che gli confermò il perdono per i peccati commessi in gioventù. 

Un giorno, pieno di ammirazione per la misericordia del Signore in tutti i benefici a lui elargiti desiderava conoscere dal Signore che cosa sarebbe stato della sua vita e di quella dei suoi frati. A questo scopo si ritirò, come spesso faceva, in un luogo adatto per la preghiera. Vi rimase a lungo invocando con timore e tremore il Dominatore di tutta la terra, ripensando con amarezza gli anni passati malamente e ripetendo: «O Dio, sii propizio a me peccatore!» (Lc 18,13). A poco a poco si sentì inondare nell'intimo del cuore di ineffabile

letizia e immensa dolcezza. Cominciò come a uscire da sé: l'angoscia e le tenebre, che gli si erano addensate nell'animo per timore del peccato, scomparvero, ed ebbe la certezza di essere perdonato di tutte le sue colpe e di vivere nello stato di grazia. Poi, come rapito fuori di sé e trasportato in una grande luce, che dilatava lo spazio della sua mente poté contemplare liberamente il futuro. Quando quella luce e quella dolcezza dileguarono, egli

aveva come uno spirito nuovo e pareva un altro. (FF 363)

In questi luoghi fu anche predetto al Santo l’espansione prodigiosa del suo ordine.

All'inizio della vita del nostro Ordine troveremo frutti dolci e deliziosi, poi ne avremo altri meno gustosi; infine

ne raccoglieremo di quelli tanto amari da non poterli mangiare, perché a motivo della loro asprezza saranno immangiabili per tutti, quantunque siano estremamente belli e profumati. Effettivamente, come vi dissi, il Signore ci farà crescere fino a diventate un popolo assai numeroso; poi avverrà come di un pescatore che, gettando le reti nel mare o in qualche lago, prende grande quantità di pesci (Lc 5,6), ma dopo averli messi tutti nella sua navicella essendo troppi, sceglie i migliori e i più grossi da riporre nei vasi e portar via, e abbandona gli altri. (FF 364)


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