Versi che portano al cuore il messaggio cristiano - Francesco Maria Greco
Questa preghiera, con il suo incedere lento e ritmato, rassomiglia piuttosto a un canto o a una poesia; brevi versi che portano al cuore dell'intero messaggio cristiano: l'amore incondizionato per il prossimo, quel prossimo dietro il quale “si nasconde” il Padre. E ce lo indica il Figlio nel fare del precetto “ama il prossimo tuo come te stesso”l'intera architrave del suo insegnamento.
Quanta distanza dalle parole piene di pessimismo degli esistenzialisti e del loro maestro Sartre, “l'inferno sono gli altri”: nella nostra fede gli altri sono invece la chiave di volta e il fine ultimo verso cui si proietta la nostra intera esistenza. Nel volto degli altri non dobbiamo veder riflessa la nostra angoscia e la nostra pochezza, ma la luce di Chi rischiara il nostro cammino.
Cercare di amare più che di essere amati, di comprendere più che di esser compresi, di dare più che di ricevere. Questo è il messaggio, primo e ultimo, di speranza che ogni cristiano dovrebbe sforzarsi di coltivare nel proprio cuore.
La gratuità del dare: senza aspettarsi ricompensa, né riconoscenza almeno nella nostra dimensione terrena. La ricompensa verrà ,un giorno, in quella octavadies e nella vita venturi saeculi che la nostra ragione fatica a comprendere ma che possiamo immaginare solo con l'atteggiamento mentale di un bambino.
La portata spirituale ed esistenziale di questa preghiera non può impedirci però una sua lettura in senso etico-civile. Ogni comunità (dalle più basilari –come un consiglio scolastico- alle più strutturate come l'istituzione statuale) dovrebbe porre alla base della sua azione politica e di governo una serie di principi e di valori riconducibili alle invocazioni contenute nelle parole del Santo. Non si tratta di retorica di facile consumo: basterebbe semplicemente che il “rappresentante” si chiedesse ,alla fine di ogni giornata, se ha agito nell'interesse del “rappresentato” usando i “parametri” che Francesco declina poeticamente. E la stessa cosa dovrebbe fare chi “amministra” pensando all'interesse dell'amministrato. Entrambi , l'uomo poltico e l'amministratore, devono pensare a “servire” (come veri servitori dello Stato e quindi del prossimo) i propri rappresentati e amministrati con correttezza, efficienza, equità e lungimiranza. Ed avere come obiettivo ultimo quel bene comune o –detto in termini più “laici”- quell' interesse collettivo che dovrebbe permeare tutta l'azione di chi opera al servizio degli altri.
Francesco Maria GRECO,
Ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede
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